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No alla legge ammazza blog

No alla legge ammazza blog
ROMA – Torna il disegno di legge sulle intercettazioni e torna con la contestata norma “ammazza blog”. In sintesi, ogni gestore di “sito informatico” (dai quotidiani online, ai blog quindi) ha l’obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi dal contenuto in questione. Senza possibilità di replicare quindi, bisogna semplicemente pubblicare la rettifica, che sia fondata o meno. Altrimenti si rischiano fino a 12 mila euro di sanzione. Ecco il testo: “Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”. In pratica qualsiasi contenuto sul web diventerebbe censurabile con l’invio di una semplice email. Sul ddl intercettazioni il governo ha particolare fretta: non è escluso che venga blindato con la fiducia e approvato in tempi rapidi senza emendamenti. Fonte :Blitz quotidiano

venerdì 4 febbraio 2011

Il Parlamento dei non eletti e l’informazione del bunga bunga

da: Contro L'Informazione Manipolata 

La nave dei folli prosegue il suo itinerario verso l’ignoto. C’è una certa allegria nell’aria, frizzante, quella dei pazzi e di chi non ha più nulla da perdere e vuole vedere come va a finire, aspettare l’effetto che fa.

Il Parlamento dei non eletti e l’informazione del bunga bunga hanno virato ormai verso la stratosfera del nulla come un immenso peto che decolla verso lo spazio alla ricerca di un buco nero. Politici e giornalisti del buco sono in viaggio verso le loro origini.

Il federalismo è la riforma delle riforme, di cui si discute almeno da vent’anni con lo stesso furore con il quale si cercano da mesi le foto di presunte mignotte. Il cittadino mangia pane e puttane dalla mattina alla sera, sa tutto delle misure della Minetti (100, 60, 90), ma nulla di un federalismo che potrebbe spaccare il Paese o forse no o forse si. Chi lo sa? E’ più facile spiegare la relatività ristretta di Einstein che la proposta di Calderoli. E dentro quelle pagine ci può stare tutto e il contrario di tutto, da una Bosnia dolce, a una presa per i fondelli per introdurre nuove tasse con nomi da invasioni barbariche come l’IMU, la Cedolare Secca e l’Autonomia Impositiva.

La Lega senza federalismo è una scatola vuota, una pistola scarica. Per ottenerlo minaccia da anni di far cadere il Governo, che non è mai stato tanto stabile da quando viene minacciato da Boss(ol)i. I partiti sono tutti federalisti, il problema è quanto e come lo sono. Ognuno ha il suo federalismo. E il confronto sui modi, i tempi, i contenuti è diventato una discussione elitaria, a porte chiuse. Dal lettone di Putin alla Bicamerale il passo è breve. In pratica un lettone a due piazze dove un gruppo di auto nominati ha discettato sul nostro futuro senza averne alcuna delega. Cosa si saranno detti? E cos’è la Bicamerale? Un club di iniziati? E’ finita in un pareggio. Tecnicamente il risultato perfetto come avrebbe detto Gianni Brera. Nessuna delle due squadre in campo ha vinto, ma nessuna ha perso. La campagna acquisti di gennaio non è stata sufficiente per rinforzare i due schieramenti.
La Bicamerale è definita oggi sui giornali la “bicameralina”, un po’ meno di una bicamerale, una bicamerale minorenne. Il governo ha spiegato che il risultato era solo un parere consultivo e il pareggio un’autorizzazione a procedere. Un decreto legge nella notte e il federalismo è nato, anche se nessuno sa chi è il padre. E’ nato da una rissa di spermatozoi di tutti i partiti. Il battesimo sarà tenuto in Parlamento, il federalismo sarà portato al Colle dove sarà benedetto, non senza qualche dubbio, ma con grande fiducia nella democrazia.

Fonte: http://www.beppegrillo.it/2011/02/la_bicameralina/index.html

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