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No alla legge ammazza blog

No alla legge ammazza blog
ROMA – Torna il disegno di legge sulle intercettazioni e torna con la contestata norma “ammazza blog”. In sintesi, ogni gestore di “sito informatico” (dai quotidiani online, ai blog quindi) ha l’obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi dal contenuto in questione. Senza possibilità di replicare quindi, bisogna semplicemente pubblicare la rettifica, che sia fondata o meno. Altrimenti si rischiano fino a 12 mila euro di sanzione. Ecco il testo: “Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”. In pratica qualsiasi contenuto sul web diventerebbe censurabile con l’invio di una semplice email. Sul ddl intercettazioni il governo ha particolare fretta: non è escluso che venga blindato con la fiducia e approvato in tempi rapidi senza emendamenti. Fonte :Blitz quotidiano

lunedì 31 gennaio 2011

Un po' di foto da: "Tutte le cazzate del Presidente"

Tutto il resto è QUI
























“Dimettiti. Per un’Italia libera e giusta”. Palasharp di Milano, il 5 febbraio

da: Libertà e Giustizia del 27 Gennaio 2011




Grande mobilitazione con Umberto Eco, Paul Ginsborg, Roberto Saviano, Gustavo Zagrebelsky e molti altri testimoni della società civile. Per esigere le dimissioni del presidente del Consiglio e liberarci del potere corrotto e corruttore di silvio berlusconi, del fango, degli attacchi alla Costituzione, alla magistratura, all’informazione, alla dignità delle donne.

Firma L'appello!

Ruby: "Una intervista? Sono 10 mila euro"

di: Antonio Rispoli da:  JulieNews.it  del 31 Gennaio 2011


ore 14:37 -ROMA - 10 mila euro: tanto, secondo Karima el Maghroub, meglio conosciuta col nome d'arte di Ruby Rubacuori, vale il suo tempo per una partecipazione ad un programma radio. E' la richiesta che si sono sentiti rivolgere giovedì scorso Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro quando hanno contattato telefonicamente la ragazza per chiederle di partecipare al programma radio "Un giorno da pecora", che va in onda su Radio Due. Una richiesta completamente inaspettata, dato che gli ospiti del programma vanno senza essere pagati. Ma alle loro obiezioni, Ruby ha risposto che Alfonso Signorini e SkyTg le hanno pagato questa somma per le interviste che lei ha fatto la programma Kalispera e al telegiornale satellitare. E quando Sabelli Fioretti e Lauro hanno provato a stuzzicarla, offrendole 5000 euro, lei ha risposto: "Non se ne parla proprio".
C'è da chiedersi quale sia l'interesse nel pagare questa ragazza, non essendo certo una cima di cultura o dello spettacolo.

domenica 30 gennaio 2011

Quel fango su tutti noi



di: Roberto Saviano, da: Repubblica del 28 Gennaio 2011

PER VEDERE quello che abbiamo davanti al naso  -  scriveva George Orwell  -  serve uno sforzo costante. Capire cosa sta avvenendo in Italia sembra cosa semplice ed è invece cosa assai complessa. Bisogna fare uno sforzo che coincide con l'ultima possibilità di non subire la barbarie. Perché, come sempre accade, il fango arriva. La macchina del fango sputa contro chiunque il governo consideri un nemico. Ieri è toccato al pm di Milano Ilda Boccassini.

L'obiettivo è un messaggio semplice: siete tutti uguali, siete tutti sporchi. Nel paese degli immondi, nessuno osi criticare, denunciare. La macchina del fango, quando ti macina nel suo ingranaggio, ti fa scendere al livello più basso. Dove, ricordiamocelo, tutti stiamo. Nessuno è per bene, tutti hanno magagne o crimini da nascondere. L'intimidazione colpisce chiunque. Basta una condizione sufficiente: criticare il governo, essere considerato un pericolo per il potere. Il fango sulla Boccassini viene pianificato, recuperando una vicenda antica e risolta che nulla ha a che vedere con il suo lavoro di magistrato. Quattro giorni fa il consigliere della Lega al Csm chiede il fascicolo sulla Boccassini. Ieri "il Giornale" organizza e squaderna il dossier. Il pm, che fa il suo mestiere di servitore dello Stato e della giustizia, viene "macchiato" solo perché sta indagando su berlusconi. Sta indagando sul Potere.

C'è un'epigrafe sulla macchina del fango. Questa: "Qualunque notizia sul tuo privato sarà usata, diramata, inventata, gonfiata". E allora quando stai per criticare una malefatta, quando decidi di volerti impegnare, quando la luce su di te sta per accendersi per qualcosa di serio... beh allora ti fermi. Perché sai che contro di te la macchina del fango è pronta, che preleverà qualsiasi cosa, vecchissima o vicina, e la mostrerà in pubblico. Con l'obiettivo non di denunciare un crimine o di mostrare un errore, ma di costringerti alla difesa. Come fotografarti in bagno, mentre sei seduto sulla ceramica. Niente di male. E' un gesto comune, ma se vieni fotografato e la tua foto viene diffusa in pubblico chiunque assocerà la tua faccia a quella situazione. Anche se non c'è nulla di male. Si chiama delegittimazione. Quello che in queste ore la "macchina" cerca di affermare è semplice. Fai l'amore? Ti daranno del perverso. Hai un'amante? Ti daranno del criminale. Ti piace fare una festa? Potranno venire a perquisirti in casa. Terrorizzare i cittadini, rovesciando loro addosso le vicende del premier come una "persecuzione" che potrebbe toccare da un momento all'altro a uno qualsiasi di loro. Eppure il paragone non è l'obiettivo della macchina del fango. Non è mettere sulla bilancia e poi vedere il peso delle scelte. Ma semplicemente serve per cercare di equiparare tutto. Non ci si difende dicendo non l'ho fatto e dimostrandolo, ma dicendo: lo facciamo tutti. Chi critica invece lo fa e non lo dice.

L'altro obiettivo della macchina del fango è intimidire. In Italia il gossip è lo strumento di controllo e intimidazione più grande che c'è. Nella declinazione cartacea e in quella virtuale. L'obiettivo è controllare la vita delle persone note a diversi livelli, in modo da poterne condizionare le dichiarazioni pubbliche. E quando serve, incassarne il silenzio. Persone che non commettono crimini affatto, ma semplicemente non vogliono che la foto banalissima con una persona non sia fatta perché poi devono giustificarla ai figli, o perché non gli va di mostrarsi in un certo atteggiamento. Nulla di grave. Nessuna di queste persone spesso ha responsabilità pubbliche, né viene colta in chissà quale situazione. Eppure arrivano a pagare alle agenzie le foto, prezzi esorbitanti per difendere spesso l'equilibrio della propria vita. Su questo meccanismo si regge il timore di fare scelte, di criticare o di mutare un investimento. Sul ricatto. Il gossip oggi è una delle varianti più redditizie e potenti del racket. Perché il Paese non si accorge di tutto questo?
berlusconi fa dichiarazioni che in qualsiasi altro paese avrebbero portato a una crisi istituzionale, come quando disse: "Meglio guardare una bella ragazza che essere gay". Oppure quando fece le corna durante le foto insieme ai capi di stato. Eppure in Italia queste goliardate vengono percepite come manifestazioni di sanità mentale da parte di un uomo che sa vivere. Chi queste cose non le fa, e dichiara di non approvarle, viene percepito come un impostore, uno che in realtà sogna eccome di farle, ma non ha la schiettezza e il coraggio di dirlo pubblicamente. Il Paese è profondamente spaccato su questa logica. Quel che si pensa è che in fondo berlusconi, anche quando sbaglia, lo fa perché è un uomo, con tutte le debolezze di un uomo, perché è "come noi", e in fondo "anche noi vorremmo essere come lui". Gli altri, sono degli ipocriti, soprattutto quando pensano e affrontano un discorso in maniera corretta: stanno mentendo.

Bisogna essere chiari. Le vicende del premier non hanno niente di privato. Riguardano il modo con cui si seleziona la classe politica, con cui si decide come fare carriera. Riguardano come tenere sotto estorsione il governo italiano. Se questo lo si considera un affare privato ecco che chiunque racconti cosa accade è come se stesse entrando nella sfera privata. Che siano sacri i sentimenti di berlusconi, e speriamo che si innamori ogni giorno, questo riguarda solo lui. Ma l'inchiesta di Milano riguarda altro. La macchina del fango cerca di capovolgere la realtà, la verità. Chi ha creato ricatti cerca di passare per ricattato, chi commette crimini pubblici, cerca di dichiarare che è solo una vicenda privata, chi tiene mezzo paese nella morsa del ricatto delle foto, delle informazioni, delle agenzie, del pettegolezzo, dichiara di essere spiato. L'ha fatto con Boffo, lo sta facendo con Fini, cerca di farlo con la procura di Milano. Il fango è redditizio, dimostra fedeltà al potere e quindi automatica riconoscenza. A questo si risponde dicendo che non si ha paura. Che i lettori l'hanno ormai compreso, che non avverrà il gioco semplice di parlare ad un paese incattivito che non vede l'ora di vedere alla gogna chiunque abbia luce per poter giustificare se stesso dicendosi: ecco perché non ottengo ciò che desidero, perché non sono uno sporco. Questo gioco, che impone di riuscire nelle cose solo con il compromesso, la concessione, perché così va il mondo, e perché tutti in fondo si vendono se vogliono arrivare da qualche parte, l'abbiamo compreso e ogni giorno parlandone lo rendiamo meno forte.

Ho imparato a studiare la macchina del fango dalla storia dei regimi totalitari, come facevano in Albania o in Unione Sovietica con i dissidenti. Nessuno chiamato a rispondere a processi veri, ognuno diffamato, dossierato e condannato in ogni modo per il solo raccontare la verità. Nelle democrazie il meccanismo è diverso, più complesso ed elastico. Quello che è certo è che la macchina del fango non si fermerà. A tutto questo si risponde non sentendosi migliori, ma, con tutte le nostre debolezze e i nostri errori, sentendosi diversi. Sentendoci parte dell'Italia che non ne può più di questo racket continuo sulla vita di chi viene considerato nemico del governo.

Rotolando Verso Sud

Ogni nome un uomo
ed ogni uomo e' solo quello che
scoprirà inseguendo le distanze dentro se
Quante deviazioni
quali direzioni e quali no?
prima di restare in equilibrio per un po'
Sogno un viaggio morbido,
dentro al mio spirito
e vado via, vado via,
mi vida cosi' sia
Sopra a un'onda stanca che mi tira su
mentre muovo verso Sud
Sopra a un'onda che mi tira su
Rotolando verso Sud
Continente vivo, Desaparecido, sono qua
Sotto un cielo avorio
sotto nubi porpora
Mille fuochi accesi
mille sassi sulla via
Mentre un eco piano da lontano
sale su... quaggiù
Un pianto lungo secoli,
che non ti immagini
E polvere di polvere...
di storia immobile
Sopra a un'onda stanca che mi tira su
mentre muovo verso Sud
Sopra a un'onda che mi tira su
Rotolando verso Sud
Ogni terra un nome
ed ogni nome un fiore dentro me
La ragione esplode
ed ogni cosa va da se
Mare accarezzami
Luna ubriacami
Rio, Santiago, Lima & Holguin,
Buenos Aires, Napoli
Rio, Bahia, Santiago & Holguin,
Buenos Aires
Sopra a un'onda stanca che mi tira su
mentre muovo verso Sud
Sopra a un'onda che mi tira su
Rotolando verso Sud
La dignità degli elementi
la libertà della poesia,
al di là dei tradimenti degli uomini
è magia, è magia, è magia


 







L'Annunciazione!

sabato 29 gennaio 2011

Crescete & Prostituitevi

Articolo di: Oliviero Beha da:   Informare per Resistere 

Perché dunque resiste, o meglio, ha resistito berlusconi in un Paese prostituito fino a questo punto?
I giornali italiani aggiungono quotidianamente a modo loro qualche tessera al mosaico di “Ruby, la nipote di Mubarak” (mentre in Egitto se la stanno vedendo brutta anche senza considerare che la Tizia sarebbe marocchina…): dico a modo loro perché secondo schieramento e “sete di verità” danno notizie, le “sparano”, le manipolano, le omettono. I giornali stranieri, a partire dai più prestigiosi e citati come il Financial Times o il New York Times, si interrogano non credo necessariamente “da sinistra” sul “come è possibile che gli italiani si tengano Berlusconi”. Nel frattempo qualcuno si ricorda che nel 2005 un mio pamphlet, “emarginato” dalla Rizzoli perché parlavo anche di Montezemolo prefigurando per il Paese una “Weimar all’amatriciana”, si intitolava forse significativamente “Crescete & prostituitevi”. Sottotitolo: “In una Repubblica fondata sul denaro l’Italia di Berlusconi e di una sinistra in riparazione manda ai giovani un pessimo messaggio”. Lo so, vedendo quel che succede nel campo avverso a quello del Premier gaudente di Arcore e ad Arcore, oggi pensereste piuttosto a ” una sinistra in rottamazione”. Confesso che era una delle ipotesi già allora, insieme a “in panne” o “in folle”, ma poi prevalse gramscianamente l’ottimismo della volontà.

E qualcuno, dicevo, oggi mi chiede se avessi sfere di cristallo o particolari doti divinatorie, appunto leggendo, sentendo, vedendo in tv le storie diSesso & potere” che le cronache ci rimandano grazie alle intercettazioni. O “per colpa delle intercettazioni” secondo quella parte di Italia che ancora dice “sono fatti suoi”, oppure “è la sua vita privata” o ancora “finché non emergono e vengono certificati a giudizio dei reati penali è solo pettegolezzo”, o ancora ” e comunque chi se ne frega, è evidente che lo vogliono far fuori così perché con il voto non ci riescono”.

No, non avevo sfere di cristallo. Tenevo semplicemente gli occhi aperti, e a mio rischio e pericolo non facevo calcoli sulla convenienza o meno di un’opinione, un resoconto, un affresco di un mosaico italiano con tutte le tessere a mia conoscenza e non solo quelle di una parte (cfr. il sottotitolo di cui sopra del tascabile Bur). Voglio dire che sulla prostituzione italiana a tutto tondo, sul costume degenerato, sulla monetizzazione non solo dei corpi (leggi i “festini”) ma dei cervelli, dei comportamenti, della dignità di ognuno, anche gli altri o molti altri avevano sufficienti notizie per parlarne. Ma non lo facevano, non l’hanno fatto, lo fanno ora che non si rischia nulla.

Per carità, niente di nuovo. Niente di nuovo su media e intellettuali troppo spesso a gettone o comunque di parte dall’inizio e non all’arrivo di un discorso/racconto della realtà, in funzione di una speculazione strumentale della stessa. Niente di nuovo neppure su un’opposizione che offre gli spettacoli delle primarie, strumento democratico di cui sono stati capaci in cinque anni di sfilacciare prima e rompere poi le corde. Primarie “scordate”, in tutti i sensi ormai. Un’opposizione che ha già dimenticato almeno in parte una questione tremendamente seria ed epocale come il “caso Marchionne” e molto più facilmente si accoda nel chiedere a Berlusconi di andarsene per “manifesta inadeguatezza”. “Unfit”, inadatto, inadeguato, già lo definiva l’Economist ormai tanti anni fa. Perché dunque resiste o meglio ha resistito berlusconi in un Paese prostituito fino a questo punto? Un Paese in cui un supposto genitore di una ragazza tra le “favorite del Sultano” a un collega del “Corriere della Sera” che gli chiedeva se fosse sua figlia ha risposto significativamente “magari…!”?

Le risposte sono parecchie: il degrado generalizzato, le alternative fumose, ipocrite, per qualcuno addirittura inesistenti in un “campo di Agramante” che si perde continuamente i pezzi e non sa o non vuole imparare mai le lezioni della storia. E della cronaca. Eccetera. Ma anche il Belli. Come, il Belli? Giuseppe Gioacchino, morto ormai più di un secolo fa? Lui. Eccovi un sonetto che la stampa di destra (sic! La stampa e basta…) farebbe bene a impaginare in prima, con evidenza.

“Mentre ch’er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazioni
mentre che so’ finiti li mijioni
pe tura’ un defici’ de la Madonna
Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e l’atenei nun c’hanno più quadrini
pe’ la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cerca’ i mezzi
Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbroja a tutto spiano
e le pensioni so’ sempre ppiù basse
una luce s’è accesa nella notte.
Dormi tranquillo popolo itajiano
a noi ce sarveranno le mignotte.
Crescete & prostituitevi, appunto.

Guardalo negli occhi...

... e dimmi dove cazzo hai trovato il coraggio di abbandonarlo! Tu, grandissimo figlio di puttana che ti aggiri ancora dalle parti di Tono, spera che non riesca mai a scoprire chi sei!


Lui adesso sta con noi da un anno e mezzo, è stato molto fortunato, ma ci sono un sacco di cani che non lo sono altrettanto 
 PELOSI IN DIFFICOLTA' aiuta tanti animali in tutta Italia, iscrivetevi.
Se siete testimoni di un maltrattamento denunciateli, non esitate, questo schifo deve finire!

berlusconi telefona ad Aldo Giovanni e Giacomo







 

L'audio della telefonata fatta da berlusconi all'Infedele montato sulla scena, forse, più famosa di "Tre Uomini ed una Gamba" di Aldo, Giovanni e Giacomo!

Adesso basta! berlusconi dimettiti! Il 12 febbraio in piazza con pentole e coperchi.

L’Italia non è una Repubblica fondata sulla prostituzione. Sabato 12 febbraio scendiamo in piazza in tutta Italia per chiedere le dimissioni di berlusconi. L’idea è quella di scendere in piazza in ogni parte d’Italia in modo pacifico ma rumoroso con pentole, mestoli, padelle e coperchi. Adesso basta! berlusconi dimettiti! Presto le prime piazze!


da: Informare per Resistere del 29/01/2011

mercoledì 26 gennaio 2011

Sogno di Una Sera di Mezza Estate

Fine Luglio 2009, 20:30 di sera sulla spiaggia.

Quando il sole è appena sotto l'orizzonte, il Mare è così caldo, soffice e schiumoso sulla battigia, la brezza di sera soffia verso terra così che calore dell'acqua si sente anche da alcuni metri di distanza, il cielo è rosso. Guardando in controluce, quel lieve vento sembra che rimbalzi sulle sagome delle persone tanto che mi sembra di poter vedere in modo nitido le loro aure. 
Un ragazzo corre con un cane sulla spiaggia,

un altro traccia col dito sulla sabbia simboli d'amore che poco dopo verranno cancellati da un'onda,

una ragazza saluta il mare

ed io mi siedo sulla battigia a giocare con la schiuma delle onde e a fissare nella mente quell'immagine così da poter tornare li ogni volta che voglio.
Waterwitch

I am he, as you are he, as you are me and we are all togheter


So che non posso in nessun modo convincerti che questo non è uno dei loro trucchi, ma non mi interessa. Io sono io.
Mi chiamo Valerie. Non credo che vivrò ancora a lungo e volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa è l’unica autobiografia che scriverò e … Dio… mi tocca scriverla sulla carta igienica.


Sono nata a Nottingham nel 1985. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia.
Mia nonna aveva una fattoria a Totalbrook e mi diceva sempre che “Dio è nella pioggia”.
Superai l’esame di terza media ed entrai al liceo femminile. Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza: si chiamava Sara. Furono i suoi polsi… erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, che sarebbe passata crescendo. Per Sara fu così, per me no.

Nel 2002 mi innamorai di Christina. Quell’anno confessai la verità ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. Mio padre ascoltava ma non mi guardava. Mi disse di andarmene e di non tornare mai più. Mia madre non disse niente, ma io avevo detto solo la verità, ero stata così egoista? Noi svendiamo la nostra onestà molto facilmente, ma in realtà è l’unica cosa che abbiamo, è il nostro ultimo piccolo spazio… All’interno di quel centimetro siamo liberi.

Avevo sempre saputo cosa fare nella vita, e nel 2015 recitai nel mio primo film: “Le pianure di sale”. Fu il ruolo più importante della mia vita, non per la mia carriera ma perché fu lì che incontrai Ruth. La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue.
Andammo a vivere insieme in un appartamentino a Londra. Lei coltivava le Scarlett Carson per me nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di rose. Furono gli anni più belli della mia vita.
Ma la guerra in America divorò quasi tutto e alla fine arrivò a Londra.
A quel punto non ci furono più rose… per nessuno.

Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni come fiancheggiatore e risanamento divennero spaventose, mentre cose come Fuoco Norreno e gli articoli della fedeltà divennero potenti. Ricordo come diverso diventò pericoloso. Ancora non capisco perché ci odiano così tanto.
Presero Ruth mentre faceva la spesa. Non ho mai pianto tanto in vita mia. Non passò molto tempo prima che venissero a prendere anche me.
Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno.
Morirò qui… tutto di me finirà… tutto… tranne quell’ultimo centimetro… un centimetro… è piccolo, ed è fragile, ma è l’unica cosa al mondo che valga la pena di avere.
Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino… Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò, e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai… io ti amo, dal più profondo del cuore… Io ti amo.
Valerie."

V per Vendetta

Oceano Mare



"Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia,
e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia
e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte.
La marea nasconde. E' come se non fosse mai passato nessuno.
E' come se noi non fossimo mai esistiti.
Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi non pensare a nulla, quel luogo è qui.
Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera.
E' tempo. Tempo che passa. E basta..."

Alessandro Baricco, Oceano Mare